Debito Italiano Declassato: i Risparmiatori Devono Preoccuparsi?

Risparmio

Lo aveva annunciato il 28 aprile e lo ha reso ufficiale il 4 maggio: l’agenzia di rating Fitch ha declassato il debito italiano a BBB-, con outlook stabile. Una decisione che ha suscitato un certo scandalo, e che ha causato le ire del pur equilibrato ministro dell’economia Gualtieri.

La notizia ha avuto una grande risonanza. Gli articoli che ne parlano restituiscono una sensazione di pericolo imminente, di tragedia alle porte. I timori sono giustificati? Cosa rischiano i risparmiatori?

Cosa significa veramente il declassamento di Fitch

Molti tra di voi sapranno certamente come funziona un’agenzia di rating, almeno a grandi linee. D’altronde da un decennio a questa parte hanno conquistato la scena pubblica, oltrepassando i confini dell’informazione finanziaria e invadendo talk show e telegiornali.

Il motivo è semplice: dieci anni fa il debito italiano è entrato in sofferenza, stato dal quale non ne è più uscito, non completamente almeno, a tal punto che il tema della sostenibilità del debito non ha mai smesso di tenere banco. E le agenzie di rating fanno questo, tra le altre cose: “giudicano” i debiti pubblici, o per meglio dire gli enti che lo emettono, dal punto di vista della sostenibilità.

Le agenzie di rating sono enti privati, ma godono di una certa credibilità – tra alti e bassi, e con le dovute differenze tra agenzie e agenzia. Proprio questa eterogeneità, però, unita al loro status di ente privati, pongono in essere delle questioni. Eccone alcune.

I giudizi sono soggettivi. Questo è inevitabile, e infatti si registrano spesso giudizi discordanti tra agenzia e agenzia. In genere gli scostamenti sono minimi, a volte però sono sostanziali.

Le valutazioni sono fallibili. Le agenzie di rating prendono delle gigantesche cantonate, a volte. Ricordiamo solo Lehman Brothers, che il giorno prima del fallimento godeva di un rating da… Tripla A.

In linea teorica, ma spesso pratica, dietro i declassamenti può celarsi il tentativo intenzionale di favorire la speculazione. C’è poco di cui stupirsi. D’altronde, l’occasione è ghiotta. La letteratura è troppo vasta a riguardo, ma dubbi in merito sono emersi anche di recente… Molto di recente. A fine aprile, è stato presentato un esposto proprio contro Fitch e la sua decisione di declassare il debito italiano.

Dunque possiamo stare tranquilli? Non c’è troppo da stare ad ascoltare Fitch? Possiamo ignorare il declassamento? Assolutamente no, non in questo caso almeno. Il motivo lo vedremo nel prossimo paragrafo.

Uno scenario pessimo ma possibile

Il problema del declassamento del debito italiano è tecnico e normativo. Il rating di Fitch è adesso BBB-. Ciò significa che è a un gradino dal CCC, ovvero… A un passo dal baratro. Quando un debito raggiunge quella valutazione, è classificato come spazzatura. Se ciò accade, si innescano una serie di eventi poco piacevoli e dall’esito tutt’altro che scontato.

La maggior parte dei fondi di investimento, infatti, non può per statuto investire in debito pubblico con rank “spazzatura”. Inoltre, sarebbero costretti a vendere i titoli che hanno in pancia.

Se il debito italiano venisse ulteriormente declassato, lo Stato farebbe un’enorme fatica a finanziarsi nel mercato secondario. Al declassamento seguirebbe inoltre la vendita dei titoli già detenuti, con tutto ciò che ne consegue in termini di panic selling. Uno scenario alla greca o peggio all’Argentina.

Uno scenario… Improbabile? Purtroppo no. Sia chiaro, non che sia probabile, ma è comunque possibile. Anche perché la situazione del debito  pubblico, pur non meritando un declassamento, non era rosea prima, non è rosea oggi e non lo sarà nemmeno domani. C’è un’emergenza sanitaria da affrontare, e a margine una – enorme – di natura socio-economica.

Come dovrebbero comportarsi i risparmiatori

I risparmiatori dovrebbero preoccuparsi? Possiamo affermare che in caso di raggiungimento del livello spazzatura dovrebbero preoccuparsi un po’ tutti, in quanto sarebbe a rischio la tenuta del sistema economico e finanziario in generale.

Nel frattempo che le crisi fanno il loro corso, e sperando che i colpi di coda di Fitch siano terminati qua, i risparmiatori possono comunque fare qualcosa. Ovvero, continuare a investire in maniera oculata, come noi di BankaDigitale abbiamo sempre consigliato: pensando al lungo periodo, rinunciando agli asset troppo complessi – se non siete degli investitori provetti – puntando alla diversificazione.

E se si pensa alla diversificazione, il classico azionario globale offre più possibilità rispetto all’obbligazionario, categoria di cui fa parte anche il mercato dei titoli di debito. Posto uno specifico evento, infatti, le reazioni dell’azionario sono più diversificate di quanto non lo siano le reazioni dell’obbligazionario.

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