L’analisi fondamentale è una delle attività che un buon trader deve svolgere quotidianamente. Ciò riguarda i trader di qualsiasi mercato, e a maggior ragione del mercato azionario. Il perché lo spieghiamo in questo articolo. Forniremo inoltre preziosi consigli per praticare una buona analisi fondamentale.
Perché l’analisi fondamentale nel trading azionario
L’analisi fondamentale è lo studio degli elementi extra-mercato che possono incidere sul prezzo dell’asset, in questo caso del titolo azionario. Il mercato infatti non è suscettibile solo alle dinamiche degli scambi, ma anche a quanto avviene al di fuori. Questi elementi esterni impattano sulla domanda e sull’offerta, e di conseguenza sui prezzi.
Ogni market ha i suoi eventi “impattanti”, che in gergo vengono chiamati market mover. L’azionario non fa eccezione. Dunque, è necessario sapere cosa analizzare e come farlo. A tal proposito, i consigli che seguono potrebbero tornarvi utili.
Segui il settore di riferimento
Ogni azione appartiene a un settore, come le rispettive aziende del resto. Studiare le performance del settore vuol dire analizzare le prospettive di un’azienda. Per esempio, se il settore energetico è in calo, magari perché il mondo sta entrando in una fase di recessione e la domanda di energia si contrae, è improbabile che ENI metta a segna buone performance. Anche se, c’è da dire, questo tipo di analisi è valida soprattutto per il medio e lungo periodo, dal momento che nell’immediato si possano verificare oscillazioni causate dai fattori più svariati.
Ad ogni modo, studiare il settore vuol dire abbracciare molti campi di analisi. Significa indagare gli aspetti economici, finanziari, persino politici. In alcuni casi è necessario monitorare anche la ricerca scientifica, in quanto potrebbe emergere una tecnologia che supporta o di contro rende poco concorrenziali le aziende di quel settore.
Segui la macroeconomia
Le aziende navigano in un contesto complesso, fatto di relazioni che impattano in maniera pervasiva ed estesa, quasi come un effetto domino. In cima alla piramide c’è la macroeconomia. Spesso, è da lì che parte tutto. E’ ovvio, se un paese è in crisi dal punto di vista industriale, e fa segnare magari un indice PMI pessimo, a farne le spese sono tutte le aziende che operano in quel campo. Ciò vale anche per indicatori generali, come il Prodotto Interno Lordo.
Dunque, per praticare una buona analisi fondamentale è necessario monitorare l’andamento dell’economia cui l’azienda fa riferimento. Se un’azienda è saldamente ancorata nel territorio, è improbabile – per esempio – che non venga toccata da una forte crisi o di contro da una crescita impetuosa e inattesa.
Studia le performance dell’azienda
Questo è il punto più importante. Per quanto un’azienda sia suscettibile rispetto al contesto in cui opera o è immersa, gli investitori ne compreranno le azioni solo se si dimostra solida, solo se le sue performance sono buone. Ecco, dunque, che praticare l’analisi fondamentale vuol dire soprattutto eseguire un’attenta e frequente “valutazione aziendale”.
Ci sono molti modi per eseguire una valutazione aziendale. Quello più efficace consiste nell’analisi di alcuni indicatori.
Indice di solidità. E’ il rapporto tra indebitamento finanziario e patrimonio netto. In un certo senso, suggerisce il grado di dipendenza dell’azienda dai finanziamenti esterni. Un’impresa con un indice pessimo è per esempio vulnerabile ai tassi di interesse.
Indice di redditività. E’ il rapporto tra utile operativo e capitale investito. Suggerisce quanto sono remunerative le attività dell’azienda. Se l’indice è alto, finanziarsi non è un problema: sarà sempre conveniente prendere denaro a prestito.
Indice di redditività globale. E’ il rapporto tra utile netto e patrimonio netto. Suggerisce la capacità dell’azienda di rimpinguare il proprio capitale senza dover attingere a fonti esterne.