In questo articolo forniamo una panoramica delle performance dell’azionario inerente alla settimana dal 20 al 24 luglio. Una settimana che ha deluso analisti e investitori. Dopo quasi un mese di crescita, seppur tiepida, sospinta da una parte dal progresso in campo sanitario e dall’altro dalle buone notizie provenienti dall’UE, l’azionario si è prodotto in un rimbalzo, e ha virato in territorio negativo.
Tutto questo nonostante le rinnovate prospettive di avere un vaccino entro la fine dell’anno, eventualità che permetterebbe a tutte le economie di ripartire al massimo delle loro potenzialità.
Ad ogni modo, ecco un’analisi delle performance degli indici globali, degli indici di borsa e dei vari settori.
Le performance degli indici globali
Partiamo dall’MSCI Word, che sintetizza bene la situazione del mercato nella sua interezza. Ebbene, l’indice fa segnare -0,5% rispetto alla settimana scorsa, -1,7% rispetto all’inizio dell’anno e il +5,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
A fare meglio di tutti (ma il termine è improprio) è l’MSCI dei Mercati Emergenti, che registra +0,3% rispetto alla settimana precedente, +0,7% rispetto all’inizio dell’anno e +7,7% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Tutti gli altri MSCI sono in linea con il World. Persino quello cinese, che sembrava poter prendere definitivamente il largo. Infatti fa -0,5% sulla settimana scorsa, pur mantenendosi al di sopra delle performance di inizio anno (+11,2%) e dello stesso periodo dell’anno scorso (+19,8%).
Discorso diverso per l’MSCI Europe, che ha performato molto male, forse a causa dell’esplosione di nuovi focolai. Ad ogni modo, fa segnare -1,6% rispetto alla settimana scorso, 9,5% sull’inizio del 2020 e -4,8% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Le performance degli indici
Gli indici seguono per performance degli MSCI, anzi fanno addirittura peggio. A limitare i danni è solo lo S&P 500, che fa segnare -0,3% su base settimanale, +0,6% rispetto al 1° gennaio 2020, +8,6% su base annua.
A fare peggio di tutti è il britannico FTSE 100, che totalizza -2,6% sulla settimana, -17,3% sull’inizio dell’anno, -15,2% sullo stesso periodo del 2019.
Discorso simile per il francese CAC 40 che rispettivamente su base settimanale, sull’inizio del 2020 e su base annua registra -2,2%, -15,5%, -9,6%.
Il nostro FTSE MiB perde molto, e nello specifico l’1,4% da una settimana all’altra. Rimangono ancora distanti i livelli di inizio anno (-12,9%) e del 2019, stesso periodo (-6,8%).
Anche in Asia la situazione non è delle più rosee. Infatti, il giapponese Topix registra -1,0% rispetto alla settimana precedente, -7,3% rispetto all’inizio dell’anno, +3,7% rispetto allo stesso periodo del 2029.
Le performance dei settori
Fenomeno molto strano, almeno in tempi di dispersione settoriale come quelli attuali, la quasi totalità dei settori vira in territorio negativo. Valanga di segni meno dunque.
A fare peggio di tutti, sebbene non sia così distaccato rispetto agli altri, è il settore Sanità, che forse sconta le troppe performance positive delle settimane scorse, e dunque si produce un tepido effetto rimbalzo. Rispetto alla settimana precedente fa -1,5%, mentre sta sopra sia rispetto l’inizio dell’anno (+5,9%) sia rispetto lo stesso periodo del 2019 (+19,0%).
A fare meglio è il settore Energia, che è stato pesantemente colpito dalla crisi sanitaria. Esso registra +0,8% rispetto alla settimana precedente, ma rimane al -30,7% rispetto all’inizio del 2020 e al -30,1% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Tutti gli altri settori scontano qualche decimale rispetto alla settimana prima, o al massimo un punto percentuale. E’ così, ad esempio, per il settore Tecnologia e per quello delle Telecomunicazioni. Rifiatano, e si portano lievemente sopra lo zero, sia il settore dei Beni di Consumo Primari sia il settore dei Beni di Consumo Discrezionali.