Per riuscire a trarre profitto con il trading azionario, obiettivo di per sé molto complicato, è necessario maturare un bagaglio di conoscenze tali da comporre con razionalità il proprio portafoglio e gestire i titoli azionari con una certa efficienza.
Tutto ciò passa per l’acquisizione di conoscenze specifiche circa la natura delle azioni e i criteri che possono aiutare a distinguere una categoria dall’altra, con tutto ciò che ne consegue in termini di consapevolezza delle potenzialità di questo o quel titolo azionario.
In quest’articolo trattiamo un criterio fondamentale, quello della ciclicità. In particolare, apriremo una definizione e qualche utile precisazione sulle azioni cicliche e sulle azioni anticicliche.
Una definizione di azioni anticicliche e azioni cicliche
Chi mastica un po’ di economia conosce già la differenza tra il termine ciclico e il termine anticiclico. Tale differenza ha a che vedere con la risposta alle sollecitazioni dell’ambiente economico. Un qualsiasi oggetto, bene, asset, parametro è ciclico se tende a muoversi nella stessa direzione suggerita da quanto accade nell’ambiente economico punto d’incontro, e anticiclico se tende a muoversi in direzione contraria o a non muoversi..
Come si riflette tutto ciò sui titoli azionari? Molto banalmente, un’azione è ciclica se il suo prezzo varia in base alle performance del sistema economico. Un’azione che fa parte di questa categoria, per esempio, tende ad apprezzarsi quando il Prodotto Interno Lordo e la produzione industriale aumentano oltre le previsioni. E’ il caso, tra gli altri, le titoli azionari che fanno riferimento all’industria petrolifera: economia cresce, cresce anche la domanda e quindi la richiesta di beni prodotti da queste aziende.
Di contro, un titolo azionario anticiclico tende a non reagire alle prestazioni del Prodotto Interno Lordo della produzione industriale o di qualsiasi altro parametro macroeconomico. Pensiamo per esempio ai titoli azionari che fanno riferimento alle industrie farmaceutiche. Di base, la domanda di farmaci, se escludiamo rare eccezioni (vedi pandemie) non è influenzata da quanto accade nell’economia reale.
Ovviamente, la questione della ciclicità non dipende dall’abilità di un’azienda nello “stare sul mercato”. Qui competenza, imprenditorialità e strategia di mercato c’entrano ben poco. La natura ciclica o anticiclica di un titolo azionario procede, in verità, dalle caratteristiche intrinseche o del mercato o del prodotto che l’azienda emittente tratta, gestisce, produce o vende.
Il dilemma delle azioni cicliche
Le azioni cicliche soffrono di un problema molto invalidante: sono volatili. Nello specifico, tendono a deprezzarsi quando l’economia non performa come dovrebbe, eventualità tutt’altro che rara. Ciò pone in essere un rischio importante per i trader e gli investitori. In buona sostanza, potrebbero trovarsi a gestire ingenti perdite di denaro senza avere nessuna colpa, se non quella di non aver previsto il calo delle performance del sistema economico.
Questa dinamica, la quale a dire il vero riguarda la maggior parte dei titoli azionari, spinge molti a fare riferimento quasi esclusivo alle azioni anticicliche. Tuttavia, anche queste sono soggette a dinamiche che possono in qualche modo mettere i bastoni fra le ruote agli investitori o ai trader. Ne parliamo nel prossimo paragrafo.
Il tranello delle azioni anticicliche
Quale problema affligge le azioni anticicliche? Ebbene, la distorsione che caratterizza questo genere di titoli azionari è uguale e contraria a quella che caratterizza le azioni cicliche. Se queste ultime tendono a una volatilità, dipendentemente dalle performance del sistema economico, le azioni anticicliche tendono a “rimanere un po’ troppo sulle proprie”. In buona sostanza, producono oscillazioni di prezzo minimo, le quali di certo non pongono in essere grandi occasioni di guadagno per buona parte degli investitori o dei trader. Di certo, ciò rappresenta un problema per coloro che puntano a una speculazione a breve e medio termine.
È bene precisare che le caratteristiche qui descritte, relativamente tanto a alle azioni cicliche quanto alle azioni anticicliche, sono frutto di una tipizzazione. In buona sostanza, nella maggior parte dei casi le dinamiche sono proprio quelle che abbiamo presentato, ma esistono comunque numerose eccezioni.
Una conclusione
Dunque, come gestire le azioni cicliche e le azioni anticicliche? Quali preferire? In realtà, la risposta è tanto semplice quanto equilibrata. L’unico modo per affrontare il tema in maniera razionale è introdurre l’elemento della diversificazione.
Molto banalmente, un investitore accorto è chiamato a investire tanto nelle cicliche quanto nelle anticicliche. In parole povere, deve diversificare.
In questa prospettiva, le azioni anticicliche rappresentano uno strumento difensivo mentre le azioni cicliche rappresentano uno strumento di attacco, attraverso il quale è possibile più velocemente generare del profitto, al netto dei rischi a cui ci si espone.