Nell’immaginario collettivo, i titoli petroliferi sono considerati investimenti sicuri, tra quelli che fanno riferimento al mercato azionario.
D’altronde, il petrolio è una materia prima ancora molto preziosa, e le multinazionali macinano fatturati che rivelaggiano con i PIL degli stati. Tuttavia, nell’ultimo anno ne è passata di acqua sotto i ponti, dunque è lecito chiedersi se siano ancora un buon investimento. Ne parliamo in questo articolo.
Un 2020 disastroso
Per capire se le azioni petrolifere siano ancora un buon investimento” è necessario fare il punto su quanto è accaduto nel 2020 e, in un certo senso, sta accadendo ancora oggi.
La verità è che il 2020 è stato un pessimo anno per i colossi del petrolio e il motivo è solo uno: la pandemia di coronavirus. Essa, come abbiamo sperimentato tutti sulla nostra pelle, hanno imposto chiusure generalizzate e una interruzione dell’attività produttiva. Successivamente alla prima ondata, si è scatenata una crisi economica che di certo ha compromesso la domanda a più livelli. Ebbene, queste dinamiche si sono ripercosse soprattutto sulla domanda di petrolio, che è scesa vertiginosamente. Di conseguenza, è diminuito anche il prezzo del petrolio… E parecchio. Anzi, ha proprio toccato i minimi di sempre.
Ciò ha influito sulle performance delle aziende petrolifere e sulle quotazioni dei titoli azionari. Ora, intorno a marzo quasi tutti i titoli azionari, in modo abbastanza trasversale, hanno segnato un crollo, generata dall’onda di panic selling. Ma se la maggior parte si sono riprese, le petrolifere hanno comunque fatto fatica. Alcune sono rimaste semplicemente indietro, e non hanno recuperato il terreno perso.
Cosa ci aspetta nel 2021
Cosa si può dire su questo 2021? In primis, che per ora (febbraio-marzo 2021) il prezzo del petrolio ha superato le più rosee previsioni. Enti e autorità dell’energia prevedevano un petrolio a prezzi molto bassi a causa della domanda stagnante. Tuttavia, le notizie sul fronte vaccinale hanno evidentemente galvanizzato gli investitori, che dunque hanno scontato in largo anticipo un’uscita dalla crisi pandemica. Il prezzo del petrolio, dunque, è tornato a livelli normali. Di questo trend si sono beneficiate anche le azioni petrolifere, che in buona parte dei casi hanno visto aumentare le proprie quotazioni.
Il punto è questo: il 2021 riuscirà a dimostrarsi all’altezza delle aspettative? Il rischio che alla fine le speranze degli investitori vengano disattese, e che le loro valutazioni si rivelino fallaci è dietro l’angolo. Tutto dipende dall’efficacia con cui i vaccini verranno distribuiti, efficacia su cui è lecito nutrire qualche dubbio. Potrebbe finire tutto nel 2021, o nel 2022… Non è dato saperlo.
Un ragionamento sulle azioni petrolifere
Come si dovrebbe muovere l’investitore indipendente? Dovrebbe seguire questa ondata di ottimismo? Il consiglio, come al solito, di mantenere i nervi saldi e agire con estrema prudenza. Come abbiamo abbiamo visto, la situazione per ora volge al bello, per quanto concerne il petrolifero, ma è un “bello precario”, che potrebbe tradursi in una tempesta. Tra l’altro, l’azionario in genere non è nuovo a rapidi cambi di direzione. Stiamo parlando di un mercato molto volatile, forse il più volatile tra i mercati tradizionali. Il rischio di puntare eccessivamente sulle azioni petrolifere è di dover gestire una nuova temibile ondata di svalutazioni.
L’altro consiglio, ovviamente, è di tenere d’occhio quanto accade nel mondo. Anche perché il petrolio è uno degli asset maggiormente legati all’economia reale e agli eventi politici e geopolitici. L’ideale sarebbe subodorare i cambiamenti, in modo da non farsi cogliere preparati.
Se il vostro obiettivo è investire a lungo termine, poi, il consiglio è di rivolgervi direttamente a un esperto, a un consulente che sappia fare luce sul presente e sappia interpretare, per vostro conto, i segnali circa il futuro più prossimo. Di nuovo, viviamo in tempi interessanti… Forse troppo. Se già è difficile regolarsi in maniera efficace in un contesto “sereno”, lo è ancora di più se il contesto è “incerto”, sia dal punto di vista economico che finanziario.