Nei tempi che stanno correndo, anche velocemente a mio avviso, le carte prepagate stanno conquistando una buona posizione tra gli strumenti di deposito del proprio denaro. Nelle classi di popolazione più giovani, la prepagata è diventata un’ottima sostituta del tradizionale conto corrente, in quanto si hanno gli stessi vantaggi (possibilità di utilizzare una carta di debito presso i Pos, prelievi al bancomat, un Iban al quale ricevere i bonifici, ecc.), ma alcune non applicano nemmeno le spese fisse.
Purtroppo la carta prepagata risulta ancora uno strumento preso sotto gamba dal punto di vista fiscale, perché si ritiene che non segua le normali logiche normative tipica di un conto tradizionale. Anche su questo strumento vengono applicate le norme inerenti alla tracciabilità dei pagamenti, all’antiriciclaggio, alla dichiarazione dei redditi. Quindi sorge una domanda: quali sono le conseguenze se non dichiaro una prepagata su cui si ricevono somme soggette a tassazione?
Ecco I Rischi A Cui Incorrono Coloro Che Non Dichiarano Una Carta Prepagata
In questo paragrafo si cercherà di spiegare le conseguenze fiscali della non dichiarazione di una carta prepagata o non è in grado di dimostrare la provenienza delle proprie entrate monetarie. Nel caso in cui non si è mai fatto una dichiarazione dei redditi, al superamento dei 50.000 euro scatta il reato di evasione e si rischia la reclusione da 2 a 6 anni. Nel caso in cui si è fatta la dichiarazione, ma sono state nascoste delle somme di denaro, il reato scatta se:
- L’evasione fiscale è superiore a 100 mila euro;
- I redditi non dichiarati superano il 10% di quelli totali, o ammontano a 2 milioni di euro
In questi casi appena menzionati la reclusione va dai 2 ai 5 anni. Nel caso in cui non si raggiungano determinate soglie, ci sono comunque delle conseguenze.
Infatti, coloro che non dichiarano alcune somme percepite sulla propria carta prepagata rischia di essere oggetto di accertamento fiscale. Nel caso in cui venissero individuate somme occultate al fisco si incorre in sanzioni amministrative di carattere pecuniario e il versamento delle imposte evase applicate sui redditi accertati. Se queste somme non vengono pagate dal trasgressore, l’Agenzia delle Entrate iscrive il credito a ruolo ed entra in gioco l’Agenzia Entrate Riscossione (AER) per procedere coattivamente al recupero delle somme. L’AER consegna la cartella esattoriale all’interessato e poi procede al pignoramento dei beni del contribuente (conto corrente, stipendi, anche la stessa carta prepagata, ecc.).
In estrema sintesi, la non dichiarazione di somme di denaro percepite sulla carta prepagata si configura reato nel momento in cui le somme occultate raggiungono determinate soglie stabilite dalla legge. Non riportare nella dichiarazione dei redditi le somme percepite sulla prepagata, ci possono essere accertamenti fiscali, con conseguenti sanzioni pecuniarie di tipo penale o amministrativo, dipendente dalle somme evase.