La scelta della banca è un passaggio importante, specie se la si compie per la prima volta. Un problema, questo, che riguarda soprattutto i giovani che devono iniziare a gestire il denaro derivante dall’inizio di un’attività lavorativa.
Scegliere la banca è più difficile di quanto si possa pensare, anche perché l’offerta è davvero poderosa e in grado di disorientare chi è alle prime armi. Ne parliamo in questo articolo, offrendo una panoramica dei criteri che andrebbero presi in considerazione durante la fase decisionale.
Una banca non vale l’altra
Prima di elencare e descrivere i criteri per scegliere la banca, è bene fare una precisione. Per alcuni si rivelerà una verità scontata, ma per tanti altri no: una banca non vale l’altra. Chi non ha dalla sua un bagaglio di conoscenze ampio, tende a fare di tutta l’erba un fascio, e convincersi che, in fin dei conti, le differenze siano trascurabili. Questa convinzione riguarda soprattutto coloro che non puntano a investire, ma semplicemente a gestire la liquidità. Buona parte dei giovani alla loro prima esperienza lavorativa, per inciso, appartengono a questa categoria di persone.
In realtà, le differenze ci sono e sono pure parecchie. Soprattutto, riguardano anche i servizi essenziali, come la semplice gestione del conto corrente. Il problema, semmai, risiede nella comunicazione pubblicitaria delle banche, che tende a risultare omogenea, a puntare sugli stessi elementi e sugli stessi messaggi, fornendo inconsapevolmente un’immagine di uniformità che non corrisponde al vero.
Detto ciò, ecco i quattro criteri principali che andrebbero utilizzati per scegliere la banca.
La qualità dell’assistenza
E’ forse il criterio più importante. Il motivo è presto detto: la gestione della liquidità e, peggio ancora, quello degli investimenti, sono attività molto complesse, in grado di mettere in crisi il risparmiatore medio. Dunque, è bene che questi sia assistito con accortezza.
Una buona assistenza garantisce al correntista come all’investitore la possibilità di scegliere con cognizione di causa e, in ultima analisi, di perseguire i propri interessi. Anzi, un’assistenza degna di questo nome nella maggior parte dei casi punta proprio a far comprendere al singolo quali siano, i suoi interessi, gli obiettivi che farebbe bene a perseguire.
La trasparenza
Anche la trasparenza è un criterio fondamentale. Per trasparenza, in questo caso, intendiamo quell’approccio che permette all’individuo di conoscere tutte le caratteristiche dei prodotti che sottoscrive, dai costi ai benefici, ai rischi alle potenzialità. I prodotti finanziari, anche quelli sulla carta più basilari, sono in realtà complessi. Pensiamo ai conti correnti: essi si contraddistinguono per numerose condizionalità che possono aumentare o contrarre il canone.
Alcune banche profondono solo il minimo della trasparenza necessaria, utile solo a non andare oltre i limiti imposti alla legge. L’ideale sarebbe una banca che pone la trasparenza come prioritaria, ponendosi così dalla parte del cliente, per quanto concesso dalla (legittima) prosecuzione dei propri interessi.
L’offerta
Anche l’offerta rappresenta un criterio importante. Nello specifico, l’offerta dei prodoti finanziari e di investimento. Dovrebbero essere numerosi, vari e di qualità. In realtà, al netto della qualità (che rimane un requisito essenziale), il criterio in questo caso sta a cuore soprattutto al correntista più maturo, che non cerca solo un buono strumento di gestione della liquidità, ma desidera anche investire, mettere a frutto il suo capitale. Ad ogni modo, indagate circa l’offerta anche se fate parte della prima categoria, quella degli aspiranti correntisti “semplici”.
I costi
Infine, il criterio che sta a cuore a tutti, senza distinzione. D’altronde, il tema dei costi è quello che genera le maggiori tensioni e le ansie più intense. L’idea di subire un’erosione della liquidità per il solo fatto di mantenere in vita un conto corrente non piace a nessuno. Come non piace a nessuno lo scotto di ottenere rendimenti vicini allo zero solo perché è necessario corrispondere delle commissioni alte.
Il tema, tra l’altro, si lega a quello della trasparenza: le comunicazioni più opache mirano, appunto, a nascondere le informazioni sui costi, quando questi potrebbero far desistere il cliente dal sottoscrivere questo o quel prodotto.