Conto Corrente Cointestato: Cos’è e Cosa Comporta

Conti correnti

Il conto corrente cointestato è una variante del classico conto corrente che prevede la presenza di più titolari.

Essa pone in essere alcune possibilità per i titolari ma anche alcuni rischi, riguardanti spesso cavilli di tipo legale risolti dalla Cassazione solo di recente. Insomma, la questione è più complessa di quanto possa sembrare. Ne parliamo in questo articolo.

Una definizione di conto corrente cointestato

Il conto corrente cointestato è esattamente quello che suggerisce il nome: un conto corrente che ha due o più titolari. Questa forma può essere predisposta in maniera attiva, semplice cointestando il proprio conto a una o più persone, o anche in maniera passiva, automatica. E’ il caso in cui il titolare di un conto corrente decede, e la sua titolarità passa agli eredi, che appunto possono essere più di uno.

Salvo casi particolari, i cointestatari del conto corrente hanno i medesimi diritti: in totale autonomia, possono predisporre pagamenti, possono depositare somme o prelevarle (sia allo sportello automatico che a quello dell’ufficio), possono acquistare prodotti di investimenti etc

In alcuni casi, l’esecuzione delle operazioni, e in particolare la movimentazione, è vincolata al consenso di tutti i cointestatari. Nella fattispecie, si parla di conto corrente cointestato a firma congiunta. La firma congiunta può essere richiesta solo per alcune specifiche azioni, o per azioni con un importo superiore a una determinata soglia. Questi casi particolari devono essere stabiliti in anticipo con la banca.

Un argomento su cui i giuristi hanno lungamente dibattuto è la questione della titolarità delle somme di denaro. Il denaro all’interno di un conto cointestato appartiene in egual misura a tutti i cointestatri La risposta è meno scontata di quanto possa sembrare. Per esempio, un coniuge potrebbe contribuire al deposito in modo meno cospicuo rispetto a quanto non faccia l’altro coniuge. Analogamente, gli eredi che godono della contestazione potrebbero avere diritto a quote diverse dell’eredità. Cosa succede se un cointestatario spende somme più ingente di quelle di cui ha teoricamente diritto?

Oggi, dopo qualche anno di incertezza, la questione è finalmente chiara. Di base, se non ci sono accordi preesistenti, viene riconosciuta di default la contitolarità delle somme. Insomma, sono tutti considerati proprietari del denaro in egual misura. E’ la cosiddetta presunzione di comproprietà.

I vantaggi del conto corrente cointestato

Alla luce di tutto ciò, è possibile individuare i vantaggi e gli svantaggi del conto corrente cointestato. Partiamo dai vantaggi.

  • Possibilità per terzi di gestire in autonomia il conto corrente senza ricorrere in continuazione all’istituto della delega.
  • Comodità, nel caso in cui si volesse riservare a un nucleo familiare o a un gruppo altrettanto omogeneo la gestione di un solo conto corrente dove far confluire i redditi.
  • Possibilità di collegare più carte (in modo che ciascun titolare ne abbia almeno uno).
  • Risparmio sul canone. L’alternativa è ovviamente tenere attivi più conti correnti (uno per ogni titolare).

Gli svantaggi del conto corrente cointestato

Si segnalano alcuni svantaggi. Ecco quali.

  • Presunzione di comproprietà. Se c’è concordia tra i cointestatari non ci sono effetti degni di nota. In caso contrario, ciascun cointestatario è chiamato a controllare le azioni e le operazioni degli altri, in modo da evitare appropriazioni indebite.
  • Assenza di responsabilità della banca. L’istituto non risponde delle azioni che i cointestatari effettuano a svantaggio degli altri, salvo accordi pregressi.
  • Se uno dei cointestatari ha un debito, il conto corrente può essere pignorato. Per esempio, un conto è cointestato a tre persone, e uno di questi ha un debito, il creditore può pignorare il 33% del conto corrente. Tutto ciò a prescindere dalla sua composizione, dall’effettiva provenienza del denaro e dal contributo personale al deposito. Il rischio, per gli altri cointestatari, è palese.

Tra parentesi, c’è un modo per superare il limite della presunzione di comproprietà, anche in assenza di accordi prestabiliti. Chi contesta le operazioni, deve provare che in realtà il denaro, o parte del denaro, è suo e solo suo. Una prova che, ovviamente, deve essere documentale, e molto spesso è difficile da sostenere.

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