E’ rischioso tenere denaro sul conto corrente… Oggi? E’ una domanda legittima, anche se potrebbe suggerire una paura eccessiva, un timore ingiustificato. Una domanda che esprime un dubbio, a sua volta scaturito dal grande periodo di incertezza che stiamo vivendo.
Un po’ a sorpresa la risposta è sì… Qualche rischio nel tenere denaro sul conto corrente potrebbe esserci, dato la fase particolare che stiamo attraversando. Ne parliamo in questo articolo.
Come si stanno comportando i correntisti
Che il periodo sia strano, per certi versi, è inedito. D’altronde, una pandemia con annessa crisi economia “monstre” non si vede tutti gli anni, e nemmeno tutti i decenni. A dire il vero, nemmeno tutti i secoli.
L’Italia quest’anno sopporterà il calo del PIL più profondo della sua storia repubblicana, quindi è normale temere anche per la tenuta finanziaria. Se a questo si aggiunge la paura che il mercato crolli definitivamente (ammesso che sia possibile) si intuisce il perché di così tanti dubbi sul destino delle banche, e quindi dei propri soldi.
Il vantaggio di tenere denaro su conto corrente in questo periodo
Prima di parlare dei rischi, è bene presentare il vantaggio, nel tenere denaro sul conto corrente oggi. Perché un vantaggio c’è, per quanto appena accennato.
La verità è che se tieni i tuoi sul conto corrente significa che non li stai investendo, e se non li stai investendo vuol dire che non sei soggetto alle fluttuazioni che il mercato sta vivendo in questo periodo. Fluttuazioni che per molti significano perdita di capitale.
A dire il vero, questo è un punto controverso, ma lo approfondiremo nel prossimo paragrafo.
I rischi per i conti correnti
A fronte di questo vantaggio debole (poi vedremo perché) si segnalano alcuni rischi, i quali si caratterizzano per un diverso grado di realismo. Alcuni scenari sono più probabili di altri.
La virus Tax
Nei tempi di crisi finanziaria, quando le finanze pubbliche traccheggiano e contestualmente c’è bisogno denaro, emerge sempre l’ipotesi di un prelievo una tantum sui conti correnti. A prescindere dal reale rischio che ciò accada, la paura è dettata da quella specie di trauma collettivo che è stato il prelievo “notturno” dei conti correnti operato dal governo Amato nel lontano 1992.
Il rischio c’è, inutile negarlo, ma è comunque basso. Di certo è una opzione percorribile. Solo che fin qui, se si esclude qualche voce isolata, non è stata ancora presa in considerazione.
L’inflazione
Questo è un rischio reale, molto reale. Certo, a guardare i parametri non si direbbe… Anzi: l’inflazione è in calo un po’ in tutta Europa. Tuttavia, chi manifesta ottimismo in merito dovrebbe considerare la presenza del vero convitato di pietra di tutta questa vicenda: le misure di politica monetaria estrema che la BCE ha messo in campo.
Si parla di un Quantitative Easing ogni oltre aspettativa, che immetterà nel sistema economico montagne di quattrini. Questo significa una cosa sola: inflazione. Potrebbe però significare “meno inflazione di quanto si pensa”, anche perché le forze della crisi buia che stiamo vivendo premono dall’altra parte.
Staremo a vedere, ma il rischio che i conti correnti vengano “mangiati” da un po’ di inflazione, quello c’è.
La perdita di occasioni
Questo rischio si allaccia al vantaggio di cui parlavamo prima. In effetti, rispetto a quest’ultimo, funge da seconda faccia della medaglia. Se è vero che il correntista si mette al riparo dalle fluttuazioni del mercato, e in questo modo evita di perdere denaro, è altrettanto vero che alcune di queste fluttuazioni potrebbero fare al caso suo. L’obiettivo sarebbe quello di sempre: comprare basso e vendere alto.
Non che sia facile: se non praticate il trading a buoni livelli, dovrete comunque fare riferimento a un consulente finanziario.
Ma tant’è: se il denaro è parcheggiato nel conto corrente, non può essere usato per investre ed eventualmente generare guadagni.