Se siete titolari di un conto corrente, sicuramente avete già fatto la “conoscenza” con l’imposta di bollo. È infatti una tassa che viene pagata in automatico, attraverso un prelievo diretto sul conto corrente.
Una tassa scomoda, odiata da molti, ma che non rappresenta una sentenza irrevocabile. In alcuni casi, è possibile evitare di pagarla. Il legislatore, Infatti, ha stabilito dei precisi criteri di esenzione, i quali possono essere – a certe condizioni- deliberatamente rispettati dal correntista.
Qui di seguito offriamo una panoramica dell’imposta di bollo, elencando successivamente i casi di esenzione.
Cos’è l’imposta di bollo e a quanto ammonta
L’imposta di bollo è una tassa che potremmo definire trasversale. Essa va pagata, almeno in linea teorica, da tutti i correntisti, semplicemente per il fatto di esserlo. Inoltre non è una tassa progressiva, in quanto la sua entità non dipende dalla quantità di denaro presente nel conto corrente.
Ciò non significa, però, che sia omogenea. Esistono infatti almeno due tipologie di imposta di bollo e alcuni casi di esenzione.
Per quanto riguarda l’entità del tributo, le possibilità sono due. Se il correntista è un privato, l’imposta di bollo è sempre pari a 34,62 euro all’anno. Questa cifra sale a 100, se il conto corrente è intestato a una persona giuridica, per esempio un’azienda.
L’imposta di bollo si paga in automatico, attraverso un prelievo diretto sul conto corrente. Tale prelievo non avviene una tantum, ma in quattro “comode” rate alla fine di ogni trimestre.
Perché l’imposta di bollo è così odiata
Come avete visto, e come già saprete, quando si parla di imposta di bollo non si fa riferimento a una tassa poi così pesante. Pagare qualche decina di euro all’anno potrebbe non pesare sull’economia familiare.
Tuttavia, l’imposta di bollo è una delle tasse più di odiate in assoluto. Il motivo è semplice, e riguarda questioni di principio, più che economiche.
La verità è che l’imposta di bollo del conto corrente è una tassa che non prende in considerazione la quantità di denaro presente nel conto corrente né la frequenza di utilizzo.
Che deteniate nel conto corrente 10.000 euro piuttosto che 500.000, l’imposta di bollo sarà sempre pari a 34,62 euro (o 100). Stesso discorso che usiate il conto corrente tre volte all’anno oppure ogni giorno.
Inoltre, è vista come una tassa inutile, una sorta di patrimoniale mascherata. A fronte di questa imposta, il correntista non riceve nessun servizio p vantaggio, nemmeno in linea teorica o indirettamente.
Tutto ciò è valido nella stragrande maggioranza dei casi, ma esistono comunque delle eccezioni alla regola. Eccezione che non sono altro che “casi di esenzione”. Ne parliamo nel prossimo paragrafo
I tre casi di esenzione dall’imposta di bollo
I casi di esenzione dell’imposta di bollo sono essenzialmente tre, e riguardano sia la condizione economica del correntista sia le caratteristiche del conto corrente. Ma andiamo con ordine.
ISEE basso. In realtà, l’imposta di bollo non è esattamente anti-progressiva. In un caso, è possibile evitare il pagamento per questioni di reddito. Nello specifico, se il proprio ISEE è straordinariamente basso, ed esprime una condizione economica al di sotto della soglia di povertà. In parole povere, è possibile non pagare l’imposta di bollo se il proprio ISEE è inferiore a 7.500 euro.
Giacenza bassa. Questo è un caso di esenzione interessante, per quanto sia poco conosciuto ai più. Se è il conto corrente presenza una giacenza media pari o inferiore a 5.000 euro, allora l’imposta di bollo non è dovuta. Tuttavia, a meno che il conto corrente non sia detenuto da un giovane all’inizio della propria carriera lavorativa, sono pochi colori i quali “lasciano “sul conto un alla cifra inferiore a 5.000 euro. Infatti essa è universalmente riconosciuta come insufficiente a far fronte a eventuali imprevisti.
Conto base. Infine, l’imposta di bollo non è dovuta se il conto appartiene alla tipologia “base”. La caratteristica principale di questo conto corrente è la quasi totale assenza di funzioni, se non quella di poter accedere al sistema dei pagamenti via POS. Il conto base può essere sottoscritto solo da chi ha un ISEE basso, inferiore a 11.600 euro.
In definitiva, com’è possibile non pagare imposta di bollo? E’ necessario ovviamente rientrare nei casi di esenzione. Per quanto riguarda l’ISEE, c’è ben poco da fare. In ogni caso non è assolutamente desiderabile “diventare poveri” per poter risparmiare qualche decina di euro all’anno.
L’unica soluzione, a questo punto, e mantenere una giacenza bassa, inferiore a 5.000 euro. Ad alcuni questa soluzione potrebbe apparire rischiosa, soprattutto se si teme di dover far fronte a emergenze di qualsiasi tipo. Tuttavia, ridurre al minimo la liquidità presente nel conto corrente vuol dire aumentare gli investimenti, il che è una scelta saggia se l’obiettivo è quello di mettere a frutto il proprio capitale e non semplicemente di compensare le perdite derivanti dall’inflazione.