Quanto rende un conto corrente? E’ una domanda che molti si pongono, soprattutto coloro che non si intendono molto di investimenti. Chi ha un minimo di conoscenze al riguardo, infatti, conosce benissimo la risposta. Una risposta che non è affatto confortante, e che potrebbe essere riassunta con l’espressione “pochissimo”.
D’altronde, la convinzione è che un conto corrente possa essere considerato come un prodotto d’investimento, dunque in grado di rendere un qualche interesse degno di nota, deriva da un deficit di conoscenze sulle dinamiche che regolano gli investimenti in questo periodo storico, specie rispetto a quanto accadeva fino a pochi decenni fa. La situazione e radicalmente mutata, Come qualsiasi individuo al di sopra dei cinquant’anni, e che abbia detenuto un conto corrente negli anni Ottanta, sa molto bene.
Ma andiamo per gradi, chiarendo quali interessi il conto corrente oggi è in grado di garantire.
Rendimento conto corrente: un’amara verità
La risposta alla domanda “quanto rende un conto corrente” l’abbiamo data a inizio articolo. In effetti un conto corrente, anche il più redditizio, rende pochissimo. Tuttavia, è bene quantificare il termine “pochissimo”, e circoscriverlo dal punto di vista numerico.
Ebbene, si parla nella migliore delle ipotesi di pochissimi decimi di punto percentuale. Anzi, molto spesso il conto corrente garantisce un interesse annuo dello 0,1%, massimo 0,2%.
Come potete giudicare voi stessi, siamo su livelli infimi, stiamo parlando di cifre di gran lunga inferiori persino al prodotto un investimento più sicuro e meno redditizi. Basti pensare che è un conto deposito, come minimo, rende cinque volte tanto. Per la cronaca il conto deposito è prodotto di investimento più sicuro in assoluto ma anche quello giudicato meno proficuo.
Perché non ha senso parlare di rendimento del conto corrente
Si potrebbe concludere, che visti i numeri, non ha nemmeno senso parlare di rendimento del conto corrente. Questa affermazione assume connotati diversi e contorni più realistici se si prendono in considerazione alcune dinamiche legate alla gestione del conto corrente stesso. Il riferimento è proprio ai costi del conto corrente.
Si parla nella stragrande maggioranza delle ipotesi di costi fissi, in quanto il canone e l’imposta di bollo non sono suscettibili della quantità di denaro presente nel conto. Ora, ogni prodotto presenta le sue specificità, ciascuna banca adotta l’approccio ai prezzi che preferisce. Tuttavia, volendo presentare una stima, si può affermare che un conto corrente piuttosto basico imponga una spesa di circa 80 euro l’anno. ora, se diamo per buono un rendimento allo 0,1%, anche solo per compensare i costi del conto corrente occorrerebbe mantenere una liquidità pari a 8000 euro solo per compensare i costi..
Si può concludere, dunque, che gli interessi garantiti da un conto corrente spesso non sono sufficienti nemmeno a coprirne i costi del suo mantenimento. tutto ciò senza prendere in considerazione il vero convitato di pietra quando si parla di conto corrente: il rischio che la liquidità ivi depositata venga erosa dall’inflazione, dall’aumento del costo della vita, la quale anche nelle fasi più recessive dell’economia “galoppa” a un ritmo pari allo 0,5%.
Le due alternative: conto deposito e prodotti di investimento
Come anticipato a inizio articolo, qualsiasi dubbio sul rendimento del conto corrente nasce in virtù del ricordo dei tempi passati, tempi in cui realmente il conto corrente garantiva interessi più che dignitosi. Stiamo parlando, per esempio, dei favolosi anni Ottanta. Un contesto in cui la politica monetaria era gestita in maniera radicalmente diversa da quanto accade oggi, e caratterizzato da una inflazione spesso in doppia cifra.
Quale che sia la ragione del fraintendimento, se cercate interessi, magari bassi a fronte di una certa sicurezza dell’investimento, è ovvio che dobbiate rivolgervi altrove.
Se le vostre priorità sono sbilanciate a favore della questione sicurezza, potreste prendere in considerazione la sottoscrizione di un conto deposito, il quale può raggiungere rendimenti pari all’1% annuo (e in alcuni casi superarlo).
In alternativa potreste semplicemente stipulare uno dei tanti prodotti di investimento che la vostra banca è in grado di offrire. C’è solo l’imbarazzo della scelta tra fondi di investimento, pacchetti azionari e obbligazionari ecc. Ovviamente la scelta dovrà essere frutto di un’attenta valutazione delle vostre risorse e della vostra propensione al rischio. Il consiglio, ovviamente, è di farvi accompagnare in questo processo da un consulente abilitato.