Gli ETF sono pericolosi?

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Investimenti

Di tanto in tanto salgono alla ribalta prodotti di investimento sconosciuti al grande pubblico, fino a poco tempo fa appannaggio degli investitori professionali. Tra questi spiccano gli ETF. 

Sia chiaro, non sono certamente prodotti recenti, anzi esistono da parecchi anni, ma solo di recente hanno oltrepassato la cortina che separa il trading professionale dall’investimento e dal risparmio. Sono pericolosi per il piccol i? Sono convenienti? Ne parliamo in questo articolo.

Cosa sono gli ETF

Il nome per esteso non suggerisce molto. ETF infatti sta per Exchange Trade Funds. Un po’ poco per riuscire ad andare oltre il concetto di fondi di investimento.

Anche perché gli ETF sono veramente di fondi di investimento, ma presentano dei tratti peculiari. In primis, fanno parte della più ampia famiglia del risparmio gestito. Secondariamente, non prevedono una gestione attiva, come la stragrande maggioranza dei fondi attualmente a disposizione. Il gestore infatti si limita a investire, quindi a “comprare e vendere”, allo scopo di replicare le performance di un sottostante.

Le performance del fondo, dunque, devono essere identiche o quanto più possibile vicine, alle performance del sottostante. 

Le differenze tra gli ETF e i tradizionali fondi di risparmio gestito

Un cambio di paradigma rispetto ai normali fondi di risparmio gestito, quindi. Un cambio che però pone in essere alcune dinamiche favorevoli.

In primo luogo, gli ETF superano i limiti dati… Dai limiti del gestore. Con i fondi “attivi”, il gestore godeva di un ampio margine di discrezione. Molto era deputato alla sua abilità, dunque poteva certamente incorrere in errori, anche grossolani, tali da pregiudicare il rendimento del fondo. Nel caso degli ETF al gestore è deputata una responsabilità passiva: deve semplicemente replicare una performance. Dunque, è improbabile che faccia il passo più lungo della gamba.

Gli ETF sono apprezzati anche per la trasparenza. Chi li sottoscrive, ha una idea chiara di ciò cui va incontro. In fin dei conti, gli basta conoscere l’asset che funge da sottostante, da punto di riferimento, per stimare a grandi linee i rendimenti del fondo.

Gli ETF sono anche versatili. Possono essere considerati come un’occasione di investimento a lungo termine, i cui frutti possono essere raccolti alla stregua di un pacchetto azionario. Possono essere considerati come strumento di investimento speculativo. Infatti, le quote possono essere acquistate e vendute nel mercato secondario, proprio come si fa con le obbligazioni, con i titoli azionari etc. Alcuni broker trasformano gli ETF in sottostanti, proponendo dei CFD. Insomma, le possibilità sono numerose.

Come gestire gli ETF

Gli ETF all’apparenza sembrano un ottimo prodotto. Tuttavia, si caratterizzano per alcuni rischi. La gestione passiva può essere un’ottima soluzione ma può anche generare conseguenze negative. Se il sottostante “va male”, altrettanto fa il fondo. Ciò può risultare vincolate.

Senza contare l’oggettiva difficoltà nello scegliere l’ETF più adatto. Anche perché è necessario, come minimo, prendere in considerazione due elementi di difficile valutazione: le prospettive del sottostante e la fedeltà dell’ETF. Alcuni ETF sono più fedeli di altri, anche perché la gestione passiva è semplice fino a un certo punto.

Tutto ciò è reso ancora più complesso da un’offerta in crescita, quasi ipertrofica. Banche, istituti e broker, subodorando (giustamente e in modo assolutamente legittimo) la popolarità degli ETF presso la gente comune, ha iniziato con maggiore intensità a integrarli nella propria offerta. Ciò impatta negativamente sulle possibilità per il risparmiatore e l’investitore medio di orientarsi da solo.

Anzi, spesso è impossibile, se non affidandosi al caso. Il consiglio, dunque, è di farsi accompagnare nel processo di selezione. Da chi? Da un consulente, ovvio. I consulenti, se ben preparati, sono in grado di intercettare le esigenze degli investitori e dei risparmiatori, proponendo soluzioni che facciano al caso loro e che possano minimizzare i rischi. Dunque sì agli ETF, ma prendete in considerazione l’opportunità di farvi assistere.

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