Il complesso rapporto tra politica monetaria e investimenti

Investimenti

Il mondo degli investimenti non è un compartimento stagno. E’ legato in un rapporto di interdipendenza con svariati contesti, attività, eventi e soprattutto decisioni economiche. Tra quelle che impattano maggiormente, spiccano le decisioni di politica monetaria.

La politica monetaria, di norma predisposta dalle banche centrali, influenza i rendimenti e orienta gli investitori. E’ un argomento complesso, ma che può essere metabolizzato – a grandi linee perlomeno – acquisendo un paio di concetti fondamentali. 

Cos’è una politica monetaria

Con l’espressione politica monetaria si intendono quelle decisioni che impattano direttamente sull’offerta di moneta, ovvero sulla quantità in circolo in un sistema economico. Le politiche monetarie impattano anche sul costo del denaro, ovvero sui tassi di interesse.

Di base, le banche centrali, quando predispongono la politica monetaria, intervengono su due parametri principali: i tassi di riferimento e gli acquisti di titoli di debito. 

I tassi di riferimento sono gli interessi che le banche commerciali corrispondono alla banca centrale in occasione del trasferimento di denaro. A loro volta, le banche commerciali applicheranno ai vari attori economici (società, imprese, persone fisiche) tassi più elevati rispetto a quelli di riferimento secondo le naturali dinamiche del profitto.

Gli acquisti di titoli di debito sono predisposti dalle banche centrali per sostenere la liquidità di un intero sistema economico, nel caso di titoli di Stato, o del sistema imprenditoriale, nel caso di titoli privati. 

Il combinato tra acquisti e tassi regola l’offerta di moneta, ovvero la quantità di denaro presente in un sistema economico. Se gli acquisti crescono e i tassi si abbassano, per esempio, la liquidità aumenta perché è più facile per gli attori economici reperire il denaro. Accade il contrario se gli acquisti si riducono e i tassi vengono aumentati.

La regolazione dell’offerta di moneta è fondamentale per controllare i prezzi, che è lo scopo ultimo delle banche centrali. Quando l’offerta si amplia, l’inflazione sale; quando l’offerta si riduce, l’inflazione si riduce di conseguenza. Il target di inflazione è in genere pari al 2% l’anno.

Come la politica monetaria incide sugli investimenti

Perché la politica monetaria incide sugli investimenti? A tal proposito, va detto che incide in almeno due modi. 

Incide sugli investimenti delle imprese e quindi sulla possibilità delle stesse di crescere. Se per esempio i tassi sono bassi, sono bassi anche i tassi imposti dalle banche commerciali. 

Incide però anche e soprattutto sugli investimenti speculativi, dei privati e delle organizzazioni, finalizzati al mero guadagno. Se i tassi sono bassi, anche i rendimenti sono bassi. Ne consegue che, di norma, una politica monetaria estremamente accomodante, genera qualche problema agli investitori. 

L’azione delle banche centrali, comunque, quando è bene orientata, rimane fondamentale. Potremmo definirlo come un giusto prezzo da pagare. Infatti, previene distorsioni sul fronte prezzi. Una inflazione troppo alta, riduce il potere di acquisto e può causare immensi disagi. Una inflazione troppo bassa, o addirittura in decrescita, condanna un sistema economico alla stagnazione o alla recessione, proprio perché scoraggia gli investimenti e i consumi (che vengono ritardati, nella certezza di ottenere prezzi più bassi in futuro).

I parametri della politica monetaria

Al fine di comprendere al meglio i principi della politica monetaria, e porre in atto misure di difesa nel caso in cui questa si rivelasse troppo espansiva e quindi in grado di comprimere ulteriormente i rendimenti, è bene riassumere i parametri che la compongono.

Tassi di riferimento. Come già spiegato, sono i tassi che la banca centrale applica alle banche commerciali (o nazionali) per la trasmissione di denaro. Con un effetto domino, impattano su tutti gli altri tassi applicati nei punti successivi della filiera, dalle banche commerciali di grandi dimensioni, a quelle piccole, ai privati e alle imprese.

Tassi applicati. Vengono chiamati anche i tassi sui depositi. Sono i tassi che che la banca centrale corrisponde alle banche commerciali che utilizzano le banche centrali stesse per “parcheggiare” liquidità. Quando la banca centrale avverte la necessità di stimolare il sistema economico, disincentiva i depositi con tassi molto bassi o addirittura negativi (come accade attualmente con i depositi BCE). 

Allentamento quantitativo. E’ un’attività di acquisto titoli. Per allentamento quantitativo, più noto come Quantitative Easing, si intende l’acquisto diretto di titoli di Stato, che ha come controparte i tesori nazionali. Il tasso è di norma pari a zero.

Operazioni di mercato aperto. E’ l’attività di acquisto titoli nel mercato secondario. In questo caso, la banca centrale opera quasi come fosse un “normale” attore economico. E’ una misura comunque utile, specie in assenza di allentamento quantitativo, per abbassare gli interessi che i tesori nazionali devono corrispondere. 

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