Presidenza Biden: Cosa Cambia per gli Investimenti

Investimenti

Il 2021 si è aperto con l’inizio della presidenza Biden, con l’insediamento del nuovo “POTUS”. Il cambiamento non riguarda solo gli americani, questo evidente. Riguarda anche il resto del mondo, e nelle prospettive più svariate. Non ultima, quella degli investimenti.

Esatto, gli investitori dovrebbero attendersi delle novità rispetto agli anni precedenti, anche perché l’amministrazione Biden ha promesso una discontinuità forte rispetto all’amministrazione Trump. Ne parliamo in questo articolo, proponendo una riflessione sui cambiamenti che coinvolgeranno il mondo degli investimenti. 

Un nuovo corso

Biden e Trump non potrebbero essere così distanti l’uno dall’altro. Lo sono dal punto di vista caratteriale, lo è il loro background. Tuttavia, per quanto alcuni attribuiscano allo spettro politico americano una certa omogeneità, radicali differenze si segnalano anche sul fronte delle politiche economiche, finanziarie e sociali.

Non è possibile fare previsioni sui quattro anni della presidenza Biden, ma una cosa è certa: avranno poco a che vedere con i quattro anni della presidenza Trump.

In particolare, il presidente democratico dovrebbe prediligere una politica ecologista, adottare un approccio alla tassazione più equilibrato, potrebbe prestare un’attenzione più significativa alle esigenze di bilancio (pandemia permettendo). Sul piano sociale, dovrebbe promuovere l’integrazione tra le minoranze e le etnie, percorso che si è rivelato molto accidentato durante la presidenza Trump.

Come si riverbera tutto ciò nel mondo degli investimenti? Ovviamente, è impossibile fare stime precise, ed è altrettanto impossibile citare numeri e cifre. Tuttavia, appare utile e a portata di mano una riflessione sull’impatto generale delle idee e delle promesse di Biden sui mercati e sul mondo degli investimenti. 

L’apertura alla Cina

La presidenza Trump si è caratterizza per un braccio di ferro con la Cina che tra alti e bassi, strappi e riconciliazioni, è durato fino all’ultimo. Ciò, se ha prodotto benefici a breve termine per l’economia americano (se non addirittura effimeri) ha appesantito il clima internazionale, privando il commercio globale della “fluidità” di cui ha bisogno. Da questo punto di vista, il tema dei dazi è solo uno di quelli attualmente sul tavolo.

Ebbene, il nuovo presidente Joe Biden, a quanto pare, non ha alcuna intenzione di proseguire la strada tracciata da Trump. Anzi, dovrebbe ritornare a una situazione pre-2016. Ciò potrebbe generare qualche dissenso interno, soprattutto nella fascia di popolazione che aveva supportato il predecessore, ma dovrebbe conferire nuova linfa al commercio internazionale.

Inoltre, dovrebbe facilitare il commercio con la Cina in generale. Risultato? Buona parte degli investimenti dovrebbero essere destinati proprio al colosso asiatico e alla sua sfera di influenza commerciale, con tutto ciò che ne conseguenze in termini di valore degli asset.

L’approccio ecologista

La più grande novità riguarda la tematica ambientale. Trump non è esattamente un negazionista, ma certo non considerava le istanze ecologiste una priorità. Discorso radicalmente diverso per Joe Biden, che ha dichiarato più volte di voler puntare sulla Green Economy. Non stupisce che uno dei suoi primi provvedimenti sia stata la revisione delle nuove concessioni petrolifere.

Ciò da un lato dovrebbe spostare gli investimenti verso gli asset che, a vario titolo, supportano e sono supportati dalla Green Economy. Dall’altro, dovrebbe imporre delle spinte in un senso o nell’altro sui prezzi delle materie prime fossili.  Non è detto che sia un male: a una riduzione della produzione di petrolio si associa quasi sempre un aumento dei prezzi.

La politica fiscale e monetaria sotto Biden

Per quanto concerne la politica fiscale e monetaria, è tutto avvolto nell’incertezza. Biden è un democratico moderato con tendenze centriste, sicché dovrebbe avere a cuore gli equilibri di bilancio. Tuttavia, la scena è ancora dominata dalla pandemia, e dunque dalla necessità di sostenere l’economia con importanti stimoli fiscali e monetari, come mai se ne sono visti.

Dunque, dovremo attendere ancora qualche anno prima che la presidenza Biden possa esprimere le sue potenzialità da questo punto di vista. In un mondo ideale, dove la pandemia è solo un ricordo e gli stati hanno pieno margine di manovra, la presidenza Biden dovrebbe portare a un aumento dei tassi di interesse e dunque a una rivalutazione del dollaro. Alle condizioni attuali, però, potremmo star parlando di fantascienza.

Condividi: