In questo articolo proponiamo un breve report sull’azionario riguardante la settimana scorsa, quella dall’11 al 15 maggio 2020.
Analizzeremo le performance degli indici, parleremo dei singoli settori e forniremo una panoramica generale. Insomma, offriremo risorse per orientarsi in questo periodo così particolare, partendo dall’elemento che conta maggiormente: il dato.
Uno sguardo generale
Questa ennesima settimana di emergenza sanitaria diffusa consegna un mercato azionario ancora in sofferenza. Sono tanti i segni meno rispetto alla settimana precedente, che diventano cali a due cifre (nella maggior parte dei casi) se si pone come riferimento l’inizio dell’anno. Sono pochissimi gli indici e i settori non interessati dal calo generalizzato.
Utile, per offrire una panoramica generale, è un’analisi degli MSCI. Ebbene, l’MSCI AC World fa segnare un -2,0% rispetti alla settimana precedente, un -13,0% rispetto all’inizio dell’anno. Se si guarda però allo stesso periodo dell’anno scorso, il calo è solo dell’1,0%, segnale che il mercato era in fase ribassista ben prima del coronavirus.
Performance ancora peggiori per l’MSCI Europe, che segna un -3,2% rispetto alla settimana precedente, -19,6% sull’inizio dell’anno, -11,8% sullo stesso periodo del 2019.
E per quanto riguarda la Cina? Molti guardano al colosso asiatico come simbolo della lotta dal coronavirus e come esempio di reazione anche economica. Ebbene, l’MSI China effettivamente “se la passa meglio” di molti altri. Sulla settimana perde solo lo 0,1%, sull’inizio dell’anno cede il 4,7%, sui 12 mesi addirittura segna un +3,8%.
Da segnalare le pessime performance del Brasile, che forse sconta una gestione un po’ troppo caotica dell’emergenza. Si para di un -3,5% sulla seconda settimana di maggio, ma di un clamoroso -31,7% sull’inizio dell’anno. Drammatico, ma non catastrofico, il calo rispetto a un anno fa (-13,7).
Le performance degli indici
Un’analisi degli indici aiuta comprendere le condizioni dell’azionario regione per regione. Sicché il tedesco DAX fa segnare un -4,0% rispetto alla settimana precedente, ma un pessimo -21,0% rispetto all’inizio dell’anno. Rispetto a un anno fa invece cede il 13,5%.
Va ancora peggio all’Italia, con il FTSE MIB che segna -3,4%, -28,0% (dato clamoroso) -18,1% rispettivamente in confronto alla settimana precedente, all’inizio dell’anno e a un anno fa.
Cali più contenuti per lo S&P 500, che si giova certamente di un paniere molto ampio. L’indice americano segna un -2,2% sulla settimana precedente, un -10,7% sull’inizio del 2020, e addirittura guadagna il 2,5% sull’anno scorso.
Le performance dei settori
Per quanto riguarda i settori, c’è da segnalare qualche dato inaspettato. In primis il modestissimo aumento del settore salute, cresciuto dello 0,9% in una settimana e solo dell’1,0% dall’inizio dell’anno. Più poderoso il balzo rispetto a un anno fa (+19,3%).
Pessime performance, ovviamente, da parte degli energetici, alle prese con una ripresa delle attività produttive ancora parziali e non completamente diffuse. Sulla settimana segna un -4,9%, sull’inizio dell’anno un drammatico -35,0%, sull’anno scorso -34,3%.
Nemmeno i settori tecnologia e telecomunicazioni fanno benissimo, benché il mondo stia facendo loro affidamento per non spegnersi del tutto, umanamente ed economicamente.
In particolare il settore tecnologia, rispettivamente sulla settimana precedente, sull’inizio dell’anno e sull’anno scorso fa segnare -1,4%, -0,1%, +21,8%.
Peggiori le telecomunicazioni che fanno segnare -0,9%, -5,2% e +3,4%.