Scegliere le azioni: ecco 4 criteri

Investimenti

Saper scegliere le azioni è fondamentale per frequentare con profitto il mercato azionario. Tuttavia, non è affatto semplice. I più non fanno altro che seguire la corrente, e quindi affidarsi alle azioni più famose, magari afferenti alle grandi multinazionali. Il mercato è molto vasto, ed è un peccato fermarsi ai soliti tre o quattro titoli azionari.

Di seguito, forniamo quattro criteri per la scelta delle azioni e qualche consiglio per utilizzarli al meglio.

I 4 criteri

I criteri sono di natura tecnica, ma facilmente individuabili. In realtà non sono altro che parametri, i quali possono essere ricavati a partire dalle informazioni che la stessa società emittente è chiamata a condividere per legge. 

  • ROE. Ovvero, il Return of Equity. Si tratta di un indicatore finanziario che rivela il tasso di remunerazione del patrimonio netto. Identifica, di solito, la capacità della società di remunerare gli azionisti.
  • ROA. Return of Asset. E’ simile al Return of Equity. L’unica differenza, a dire il vero sostanziale, sta nel concetto di patrimonio. In questo caso, il patrimonio è mondato dalle passività. Dunque, può essere definito come il tasso di remunerazione degli asset.
  • P/E. Si tratta del rapporto tra la quotazione dell’azione (P) e l’utile generato per ogni azione sul mercato (EPS). Quest’ultimo termine, ovvero il denominatore, si ottiene dividendo l’utile per il numero di azioni in circolazione.
  • P/BV. Questo parametro è frutto del rapporto tra la capitalizzazione di mercato e il patrimonio netto. 

Uno schema semplice

Come si utilizzano questi criteri? Quali valori dovrebbero esprimere per suggerire l’idea di acquistare o scartare un titolo azionario?

In buona sostanza:

  • Il ROE e il ROA dovrebbero essere elevati. In quel caso, suggeriscono una capacità sostenuta per la società di concedere i dividendi, e quindi di garantire un rendimento agli azionisti.
  • Il P/E dovrebbe essere relativamente basso. Ciò significa, infatti, che l’azione è remunerativa e il mercato non ha ancora espresso il proprio potenziale circa quella specifica azione. Inoltre, è bene anche che l’EPS, ovvero il denominatore, abbia una tendenza alla crescita. 
  • P/BV. Dovrebbe essere relativamente basso, in quanto ciò significa che il mercato non ha ancora espresso il suo potenziale. Certamente dovrebbe essere basso rispetto alle società del medesimo settore (quindi ai competitor).

L’importanza delle notizie

Vi è poi un criterio “non tecnico” da prendere in considerazione: le news. Infatti, il mercato azionario è molto suscettibile a quello che accade al di fuori, ovvero alle notizie che coinvolgono le società emittenti. E’ una caratteristica proprio della borsa, a tal punto che i movimenti più massicci spesso partono da notizie, magari dirompenti o semplicemente inaspettate. E’ fondamentale, dunque, per un trader azionario degno di questo nome monitorare attentamente le news, in modo da individuare quelle azioni che raccolgono il favore degli investitori. Ad esso, infatti, spesso corrisponde un aumento delle quotazioni.

Il monitoraggio, però, è fondamentale anche nella fase successiva, ovvero una volta che le azioni sono state scelte e sono state inserite nel portafoglio. Esso infatti permette di anticipare – se possibile – le reazioni di mercati o come minimo reagire con prontezza nel caso in cui intervenisse a giochi fatti.

Seguire le notizie è meno difficile di quanto sembra. In primis perchè esistono testate online e offline di carattere economico, che trattano quasi esclusivamente il settore finanziario e degli investimenti. In secondo luogo perché è quasi un istinto naturale del trader informarsi circa la società che emette le azioni presenti in portafoglio. 

Più difficile è riuscire a interpretare correttamente le notizia, o per meglio dire intuire le reazioni del mercato a questo o a quell’evento, e agire di conseguenza (anzi in anticipo).

In soccorso giungono alcuni appuntamenti fissi, durante i quali le aziende sono tenute a informare schiettamente circa i propri risultati economici, i quali vengono presi sempre come punto di riferimento per valutare acquisti e vendite.

Fate attenzione, infine, anche agli outlook e alle analisi degli esperti. Anche quando giungono da istituzioni private, e appaiono in parte arbitrarie, rappresentano un ottimo strumento di orientamento, tale da facilitare l’attività di valutazione. 

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