L’inflazione sta pesando molto sul risparmio delle famiglie italiane. Non solo sta erodendo il potere d’acquisto delle persone, anche il risparmio sta risentendo di un elevato indice dei prezzi, facendone diminuire la propensione del 2,3% (attuale propensione pari al 9,3%) rispetto al secondo trimestre del 2022. Secondo i dati trimestrali Istat inerenti alla pubblica amministrazione, il potere d’acquisto si è ridotto solo dello 0,1%, nonostante gli impatti altamente negativi dell’inflazione.
Conseguenze Dell’inflazione Sul Risparmio Delle Famiglie
Addentrandoci più nel merito, i consumatori hanno registrato in media un aumento del reddito nel secondo trimestre dell’1,5%, con consumi che sono aumentati del 4,1%. Come già anticipato prima, si registra al 9,3% la propensione al risparmio, riducendosi del 2,3% rispetto al primo trimestre 2022. come se non bastasse la spirale inflattiva è accompagnata da un aumento della pressione fiscale pari al 42,4%, segnando un +0,3% rispetto al primo semestre del 2021.
In un momento di inflazione elevata e risparmio in via di deterioramento, si è espresso il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. In una sua intervista, Rienzi afferma come gli italiani, per sopperire alla perdita di valore della moneta causata dall’inflazione, abbiano ridotto i propri risparmi. Ma la fase negativa per le famiglie non è finita qui perché si aggiunge, alla già situazione negativa, il rialzo dei costi nelle bollette di luce e gas. Tutto questo, secondo Rienzi, porterà a delle conseguenze sociali ed economiche terribili negli ultimi mesi del 2022. Come affronterà il nuovo governo la situazione? Ricalcando la strada dei bonus di qualsivoglia tipo a favore dei ceti più deboli o con delle riforme strutturali con l’obiettivo di ridurre i prezzi in maniera duratura?
Inflazione, Risparmio, Ma I Conti Pubblici Come Stanno Andando?
Dagli effetti dell’inflazione sul risparmio, si passa alla situazione di conti pubblici. Nel secondo trimestre del 2022 il debito netto della PA (Pubblica Amministrazione) ha registrato una percentuale del -3,1% in rapporto al PIL nazionale. Per una maggiore trattazione, si consideri che nel secondo trimestre del 2021 la riduzione è stata del 7,6%. L’Istat commenta il risultato positivo sull’indebitamento netto, affermando la continuazione del percorso avviato nel primo trimestre del 2022. Anche dal PIL arrivano segnali positivi secondo l’Istituto Nazionale di Statistica con previsioni in via di rialzo. Nel secondo trimestre 2022 il rialzo è stato rivisto dal +4,7% al +5%, dato positivo che può dare un leggero sollievo al governo italiano. Prendendo come anno di riferimento il 2015, il PIL 2° trimestre 2022 depurato dagli effetti di calendario e destagionalizzato, ha avuto un incremento dell’1,1% rispetto al 1° trimestre e del 5% nei confronti del secondo trimestre 2021.