Il Piano di Accumulo è una forma di investimento che sta riscuotendo un certo successo. I motivi sono principalmente due. Da un lato, pesa poco sul bilancio del singolo o dell’eventuale nucleo familiare. Dall’altro, pur sviluppandosi nel lungo periodo, può rendere molto.
Il Piano di Accumulo viene “spacciato” per investimento riservato esclusivamente ai giovani. E’ davvero così? Qual è l’età giusta per sottoscrivere questo prodotto? Nell’articolo che segue risponderemo a queste domande.
Cos’è il Piano di Accumulo
Il Piano di Accumulo è esattamente ciò che suggerisce il nome. Si tratta, in estrema sintesi, di una forma di investimento che vede l’inserimento di capitale un po’ per volta, magari a un ritmo regolare. In un certo senso, potrebbe essere considerato una specie di “investimento a rate”.
Il PAC è apprezzato in quanto esercita una pressione minima sulle risorse finanziarie. Spesso e volentieri, infatti, l’investitore devolve solo una parte dei risparmi che accumula in ogni mese. In questo modo, ottiene il doppio vantaggio di “disfarsi” della liquidità in eccesso, che se bloccata nel Conto Corrente renderebbe poco o nulla, e allo stesso tempo godere di un rendimento più che accettabile, spesso e volentieri corposo.
I Piani di Accumulo hanno un altro pregio: sono flessibili. Nella stragrande maggioranza dei casi, l’investitore può modificare l’entità della “rata” a suo piacimento. In tal modo, può sfruttare i ribassi del mercato, magari investendo quote superiori.
Ovviamente, il consiglio è di affidarsi a un buon consulente per ottimizzare queste dinamiche. Inoltre, sempre nella maggior parte dei casi, i PAC permettono, alla bisogna, di rientrare nel pieno possesso del proprio denaro.
L’età “perfetta” per il Piano di Accumulo… Con un esempio
Come già accennato, molti credono che i Piani di Accumulo siano un’esclusiva dei giovani, dal momento che i suoi effetti sono evidenti nel lungo periodo. Per confutare o confermare questa credenza è bene illustrare lo scenario “perfetto”, quello in cui il PAC è capace realmente di generare un beneficio, e operare un semplice calcolo per scoprire a quale età una tale ipotesi può essere soddisfatta.
Ebbene, lo scenario migliore è quello che prevede una ventina di anni di accumulo e un’altra quindicina d’anni di…. Decumulo.
Immaginiamo che durante la fase di accumulo l’investitore versi 200 euro al mese, una cifra più che sopportabile. Stando ai tassi attuali, dopo vent’anni 48mila euro totali investiti potrebbero diventare addirittura 96mila.
Immaginiamo anche che durante la fase di decumulo l’investitore prelevi 600 euro al mese dal capitale accumulato e lo devolva in un piano pensione, per un totale di quindici anni. Ecco che l’investitore, al termine di questo lasso di tempo, si ritroverebbe con 120mila euro di “liquidazione”, oltre che una pensione cospicua.
Il programma in questione richiede 35 anni. Immaginando un’uscita dal mondo del lavoro intorno ai 65-68 anni, si evince che l’età “massima” affinché lo scenario perfetto possa avverarsi è 30-33 anni.
Ovviamente, se si sottoscrive il Piano di Accumulo a un’età inferiore, lo scenario è ancora migliore, in quanto il capitale accumulato sarà più cospicuo.
Fino a che età è veramente redditizio investire sul PAC
La domanda dovrebbe riguardare, in realtà, l’utilizzo del capitale accumulato. Se lo scopo è creare una pensione integrativa, con una formula simile all’esempio che abbiamo illustrato nel paragrafo precedente, allora è bene adottare una formula che, come minimo, preveda 15 anni di accumulo e 10 di decumulo. In questo caso, sarebbe un peccato non sottoscrivere un PAC prima dei 40 anni.
Se invece lo scopo è semplicemente accumulare del capitale, senza alcuna velleità previdenziale, il discorso dell’età decade. Il PAC è sempre (potenzialmente) redditizio. Ovviamente, riservatevi del tempo per godere dei frutti, o almeno per accumulare un po’ di rendimenti. Per questo motivo, i PAC stipulati in età molto avanzata, potrebbero risultare meno redditizi. Molti, tra l’altro, sottoscrivono i Piani di Accumulo allo scopo di aumentare il capitale lasciato in eredità ai figli, e anche questo è un proposito nobile e allo stesso tempo efficace.