Investire nelle azioni è un obiettivo di molti, anche di chi, in linea teorica, non potrebbe permettersi grandi investimenti. Anche perché dall’esterno, e a giudicare dalle campagne pubblicitarie di alcuni broker, i rendimenti sono alla portata di tutti, anche di coloro che non hanno a disposizione cospicue risorse finanziarie.
E’ davvero così? E’ utile o saggio investire nelle azioni se il capitale è ridotto? Ne parliamo in questo articolo.
Due metodi di investimento
Prima di rispondere a queste domande, è necessario chiarire quali siano le principali modalità di investimento a disposizione in questo preciso momento storico. Anche perché gli effetti del “capitale ridotto” cambiano proprio in base all’approccio.
La modalità classica è la compravendita di azioni allo scopo di generare un surplus nel lungo periodo e godere dei dividendi nel breve periodo. E’ l’approccio che utilizzano i risparmiatori, specie quando si affidano alle banche e ai consulenti.
La modalità “meno classica”, e un po’ avulsa dalle abitudini del cittadino medio, è l’acquisto e la vendita di azioni o di prodotti derivati che specchiano le azioni a stretto giro, allo scopo di sfruttare le oscillazioni di prezzo, e non solo gli aumenti dello stesso. E’ l’approccio che utilizzano i trader, nella stragrande maggioranza dei casi “in solitaria”.
Cosa succede se si investe nell’azionario con un capitale ridotto nella migliore delle ipotesi….
Dunque, cosa succede se si investe nelle azioni con un capitale minimo?
Partiamo dalla migliore delle ipotesi e… Dalla prima modalità.
Nella migliore delle ipotesi, e se si adotta l’approccio classico, molto banalmente l’eventuale rendimento sarà molto basso, magari nell’ordine di pochi euro. A meno di exploit delle singole azioni o del singolo comparto almeno. Eventualità non probabilissima, quella dell’exploit, dal momento che spesso e volentieri i pacchetti vengono costruiti per essere diversificati, dunque le “variazioni interne” vengono in qualche modo normalizzate.
Sempre nella migliore delle ipotesi, ma se si adotta l’approccio da trader, i rendimenti saranno vicini allo zero. Anche perché, è bene ricordarlo, l’investimento è quasi sempre di medio e breve periodo, dunque la traduzione in termini assoluti di un aumento percentuale davvero basso potrebbe rasentare lo zero.
… E nella peggiore
Discorso diverso, e decisamente più deprimente, per la peggiore delle ipotesi.
Se si ipotizza lo scenario peggiore, e si pone in essere l’approccio classico, i rendimenti potrebbero essere completamente erosi dalle commissioni. Ciò accade principalmente quando le banche non stabiliscono una commissione a percentuale, ma una commissione fissa, o comunque non proporzionale agli investimenti.
Rimanendo sempre nello scenario peggiore, ma riferendoci all’approccio da trader, le conseguenze sarebbero ancora più negative. Anche ipotizzando l’assenza di commissioni fisse (cosa tutt’altro che scontata), il trader rischierebbe di entrare in un pessimo circolo vizioso.
Deluso dall’assenza di risultati nonostante il suo impegno, potrebbe cedere e mettere da parte la prudenza. Insomma, potrebbe forzare la mano, aumentando la quota del capitale investito sul singolo trade, entrando nel mercato anche quando le condizioni non sono favorevoli. Ebbene, questa è la strada più breve per perdere tutto il capitale, risicato o cospicuo che sia.
Quest’ultimo scenario coinvolge il tema del rapporto tra psicologia e trading, che è molto complesso e impossibile da sviscerare in questo articolo.
La cifra giusta per investire nell’azionario
In realtà, è difficile individuare una cifra giusta per investire nelle azioni. In gioco ci sono troppi fattori, e le previsioni sono compromesse da troppe incognite. Tra l’altro, come abbiamo visto, le prospettive cambiano radicalmente a seconda dell’approccio utilizzato, senza considerare gli approcci intermedi (che pure esistono) e gli scenari “grigi”.
Insomma, la scelta spetta all’investitore, magari in concertazione con un consulente certificato. Di certo, la descrizione dei due scenari, per giunta differenziati in base alle due principali modalità di trading, può aiutare a prendere una decisione in merito. Fermo restando che, ovviamente, il tema degli investimenti (speculativi e non) non si esaurisce certo con il mercato azionario, anzi.
A disposizione del singolo ci sono tanti prodotti in grado di soddisfare la sua sete di rendimento piuttosto che le sue “normali” esigenze da risparmiatore.