Mercato Azionario: la Differenza tra il Trading “Classico” e il Trading con i CFD

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Investire nel mercato azionario è un’attività complessa, non solo per gli ostacoli che pone dinnanzi a esperti e principianti, ma anche per le regole che lo dominano, per le dinamiche che lo coinvolgono. Non stupisce, dunque, che ci siano parecchi modi di investire nel mercato azionario. Da qualche anno a questa parte, anche in virtù del nuovo approccio adottato dai broker retail, ha preso piede una modalità di trading certo non inedita, ma fino a poco tempo fa lontana dalla diffusione di massa: l’investimento con i CFD.

Ne parliamo in questo articolo, illustrano le differenze, soprattutto in termini di opportunità e difficoltà, con il trading “classico”.

Trading classico e trading con i CFD

C’è veramente poco da dire sul trading classico, anche perché le sue dinamiche, almeno a un livello superficiale, appartengono all’immaginario collettivo. Il trading classico, che nella sua forma meno speculativa può essere considerato semplice investimento a medio e lungo termine, consiste nell’acquisto di asset a un prezzo basso e nella vendita degli stessi a un prezzo alto. In buona sostanza, si punta a generare un surplus, come per qualsiasi altra attività commerciale del resto. Obiettivo, quello del surplus, congeniale al mercato azionario, vista la sua volatilità e la velocità con cui i prezzi cambiano.

L’investimento azionario così realizzato assume le sembianze di un investimento “diretto”, che presuppone il reale possesso dell’asset. Nel caso delle azioni ciò significa godere dei dividendi, e di tutti i privilegi degli azionisti. Purché, ovviamente, si abbracci un orizzonte temporale sufficientemente ampio.

Discorso radicalmente diverso per i CFD. Questi strumenti non sono asset a tutti gli effetti, bensì prodotti derivati che utilizzano gli asset come sottostanti. In questo caso, le azioni. Chi investe con i CFD non detiene le azioni, ma opera con uno strumento particolare. In buona sostanza, si guadagna e si perde una cifra pari alla differenza tra il prezzo di acquisto o di vendita del sottostante.

Si tratta di un cambio di paradigma importante, che tra le altre cose spalanca le porte alle posizioni short, e quindi alle operazioni non in perdita anche in caso di trend discendente.

Ciò potrebbe rappresentare un vantaggio. Per i pro e i contro, però, rimandiamo al prossimo paragrafo.

Vantaggi e svantaggi delle due alternative

Il primo vantaggio dei CFD è la possibile di operare efficacemente anche quando il mercato è ribassista. In un certo senso, l’investitore può svincolarsi dal trend di mercato, e prenderlo in considerazione solo nella misura in cui esso, magari a causa di una volatilità eccessiva, compromette le sue analisi e la sua comprensione del momento attuale.

Un vantaggio avulso dall’investimento diretto. Se un investitore detiene un titolo azionario, e questo è in trend discendente, e magari si trova a un livello già inferiore a quello di acquisto, ciò che può fare è limitare i danni… E nient’altro.

I CFD poi si caratterizzano per una certa accessibilità, in quanto le operazioni con questi strumenti raramente richiedono un capitale pari al loro valore effettivo. Spesso, è sufficiente operare con un margine del 10% o del 20% (con tutto ciò che ne consegue in caso di perdita, ovviamente).

Tuttavia, i CFD presentano uno svantaggio in particolare, che è anche piuttosto invalidante. Non decretando il reale possesso dell’asset, escludono l’investitore da ogni privilegio concesso agli azionisti. Dunque, non possono in alcun modo partecipare agli utili, usufruire dei dividendi etc.

Questo può essere un limite enorme, se intendete l’investimento come un’attività di lungo periodo. Tuttavia, può essere ininfluente se concepite un trading frenetico, altamente speculativo. Non che sia appannaggio di tutto, ma molti adottano questo approccio, anche senza avere un’esperienza pluriennale alle spalle (tuttavia, è fondamentale il possesso di competenze specifiche e avanzate).

In linea di massima, i CFD potrebbero essere adatti a un trading di veloce, mentre il trading diretto a uno stile più compassato, da investitore classico.

Sta a voi, comunque, scegliere tra le due alternative. Come avete visto, presentano entrambi pregi e difetti, e comportano allo stesso tempo vantaggi e svantaggi.

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