Ecco BTP Futura: qualche elemento positivo e molte perplessità

BTP Futura
Risparmio

E’ giunta “finalmente” l’ora del BTP Futura. Finalmente tra virgolette anche perché per quanto sia un prodotto sbandierato e promosso dal Governo, non è affatto detto che, alla fine dei giochi, possa dirsi conveniente. Anzi, a fronte di qualche indubbia caratteristica positiva, si segnalano alcune criticità. Queste riguardano sia la questione della convenienza che dell’utilità, tanto per il contribuente quanto per lo Stato. Ne parliamo in questo articolo.

Cos’è il BTP Futura

Prima di spiegare cosa ci convince e cosa ci perplime del BTP Futura è bene offrire qualche informazione di carattere generale. Ebbene, si tratta di un titolo di Stato dedicato quasi esclusivamente al risparmiatore retail dalla durata di dieci anni. E’ stato progettato allo scopo di finanziare le casse dello Stato in un periodo in cui di danari pubblici c’è un estremo bisogno.

Per certi versi, ricorda il vecchio BTP Italia, che è stato emesso durante la crisi del debito di qualche anno fa, un periodo di difficoltà che è passato alla storia, benché molto meno pesante di quello attuale.

Il BTP Futura verrà emesso dal 6 al 10 luglio e, nel suo complesso, varrà 10 miliardi. Questa, dunque, è la cifra che lo Stato ragranellerà nella migliore delle ipotesi.

Le caratteristiche positive del BTP Futura

Cosa c’è di buono nel BTP Future? In primo luogo, si tratta di uno strumento pensato per il bene al paese, almeno sulla carta. E’ dunque un’opportunità per il risparmiatore di mettere i propri sforzi al servizio dell’Italia. Se avete un marcato spirito patriottico, e lo ponete al di sopra di tutto, anche delle vostre esigenze da risparmiatore, il BTP Futura va al caso vostro.

Ma potrebbe fare al caso vostro anche se siete “aridi” risparmiatori in cerca di rendimento e stabilità. Una delle (poche) cose buone del BTP Futura è la possibilità di godere di tassi fissi per quattro anni, e la possibilità di godere di tassi variabili per gli altri sei. Variabili sì, ma solo in un senso: ovvero gli interessi potranno aumentare, ma non scendere al di sotto di quello fisso.

Un’altra nota positiva, questa sì in grado di fare veramente la differenza, consiste in una specie di “bonus fedeltà“. Se terrete per dieci anni il BTP, e dunque non lo venderete, alla scadenza riceverete un premio pari all’1-3%. La percentuale è suscettibile dell’andamento del PIL italiano.

Le ombre del BTP Futura

A fronte di queste note positive, si segnalano alcune note negative. La cosa strana è che queste non coinvolgono solo il punto di vista del risparmiatore ma anche quello dello Stato. Esatto, il BTP Futura potrebbe rivelarsi un prodotto poco conveniente anche per lo Stato stesso. Ma vediamo perché.

  • Non è il momento di tesaurizzare. Allo Stato conviene che il cittadino blocchi i suoi risparmi su un titolo decennale? Non sarebbe meglio invogliarlo a spendere in modo che l’economia riprenda a girare? Purtroppo, l’istituzione del BTP, se si dà per buona questa tesi, va nella direzione sbagliata.
  • Il BTP Futura ha poco a che vedere con gli investimenti. Lo Stato potrebbe incassare 10 miliardi di euro, ma almeno per ora non è stato chiarito come questi verranno spesi. Anzi, per quanto ne sappiamo potrebbero finanziare la semplice spesa corrente, piuttosto che gli investimenti (come sarebbe stato meglio).
  • Il BTP… Costa. Nello specifico, costa allo Stato. Esatto, lo stesso Stato che dovrebbe trarre giovamento rischia non di perderci, bensì di pagare molto di più rispetto alle altre forme di investimento. Facendo un rapido calcolo, se consideriamo interessi e bonus fedeltà, lo Stato potrebbe ricavare 10 miliardi e lasciarne sul piatto 3 o 4. Altre forme di finanziamento, come il tanto vituperato MES, sono infinitamente meno costose ma non godono del favore del governo.
  • Investire sui titoli di debito è rischioso. Non si tratta di scommettere contro l’Italia, ma è un dato di fatto. Tra l’altro, i contenuti promozionali che si stanno susseguendo in questi giorni ritraggono un prodotto “tutto rose e fiori”, e rivelano poco e niente dei rischi. Il ché, se consideriamo che molti italiano vantano una ridotta cultura finanziaria, può rappresentare un grosso rischio. Molti potrebbero appunto investire cifre ingenti, con poca o scarsa cognizione di causa (premesso che la diversificazione è la stessa polare da seguire sempre e comunque, e non solo quando di mezzo ci sono i BTP Futura).
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